La scommessa di Emmaus e la forza del Cenacolo

Carissime e carissimi tutti, torno a scrivere per comunicare pensieri e il desiderio di una ripartenza con stile evangelico. Scrivo per comunicare sogni e speranze.

Viviamo un periodo di crisi della cristianità. Questo non possiamo dimenticarlo o negarlo.

Anzi, probabilmente non è in crisi la cristianità bensì una bella parte di quelli che si dicono cristiani.

Anzi ancora, forse questi non si accorgono neppure che c’è una crisi in corso …

Come dice Einstein ogni crisi può essere salutare nel momento in cui porta ad una nuova creatività, a un rilancio dell’esperienza, alla scoperta della continua novità della vita, ma ha comunque pur sempre bisogno della consapevolezza.

  1. C’è bisogno di svuotare il sacco! Così come Cleopa e il suo amico han fatto raccontando a quel tale che non hanno riconosciuto tutto ciò che stavano provando, cominciando dalla delusione che li stava facendo tornare a casa.
  2. C’è bisogno di ascoltare la Parola. Gesù si è affiancato e ha iniziato a raccontare tutto ciò che nelle scritture si riferiva a Lui, ed è lì che si spalanca qualcosa nel cuore, che lo fa ‘ardere’.
  3. C’è bisogno di saper accogliere. I discepoli dicono a Gesù: “Resta con noi!” Tutto nasce dall’aver provato un sussulto nel cuore e questo non lascia indifferenti. L’accoglienza parte anche da lì, oltre che dal connaturale senso di fratellanza insito nel cuore umano.
  4. C’è bisogno di ‘spezzare il pane’. C’è bisogno di eucaristia! “E si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero”. Non c’è molto da aggiungere se non che qui c’è la grande verità e la spiegazione che senza eucaristia non si riesce a riconoscere Lui e ci si perde.
  5. C’è bisogno di tornare in comunità. I discepoli vincono anche le tenebre per correre nuovamente verso Gerusalemme, dove sono radunati i 12. C’è bisogno di condivisione, di dire ciò che hai visto e vissuto, di sentire che si cammina insieme.

Ecco. E un altro momento deciso ed estremamente incisivo, oltre che motivante, è l’esperienza del Cenacolo e che vorrei sottolineare perché diventi paradigma per il nostro cammino di comunità.

E allora sogno una comunità che si strutturi in tanti cenacoli,

persone di età e condizioni diverse che si mettano insieme per condividere e per testimoniare. Mi piacerebbe vedere tante persone che si impegnino a costituire tanti cenacoli e che diventino sale e luce del mondo. Che si ritrovino per l’eucaristia, per condividere la Parola, per essere attenti alle necessità della comunità e del mondo… che facciano e costruiscano comunità nella fraternità… e lì nasceranno miracoli, proprio come quelli della chiesa delle origini, luogo a cui tutti dobbiamo guardare, realtà mai da dimenticare, fonte continua di ispirazione.

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